Come sopravvivono gli animali in ambienti sfavorevoli?
La capacità di discriminare gli stimoli e di riconoscere i suoni è un’abilità fondamentale non solo per gli esseri umani, ma per ogni essere vivente. Questa capacità, infatti, permette di poter individuare le informazioni ambientali e prevedere i pericoli che potrebbero minacciare la sopravvivenza.
Poiché, molti animali vivono a contatto con gli esseri umani o, comunque, hanno spesso contatti con essi (in casa, in ambulatorio veterinario, negli zoo o nelle riserve…), ci si è chiesto se essi avessero sviluppato la capacità di discriminare tra le nostre voci, esattamente come tutti gli altri stimoli ambientali . A tal proposito, da studi recenti sugli animali domestici, in particolare sui cani (Adachi, Kuwahata, Fujita, 2007; Ratclife, McComb, Reby, 2014 ), è stato osservato come questi siano in grado distinguere tra voci umane familiari e non familiari e che ciò potrebbe dipendere dal tempo di esposizione alle voci umane. Se così fosse anche gli animali non domestici (es. i gorilla) potrebbero imparare a discriminare le voci umane?
Salmi R., Jones C. E., e Carrigan J. (2021) si sono posti l’obiettivo di rispondere a quest’ultima domanda. Per svolgere lo studio hanno utilizzato i gorilla dello zoo di Atlanta, testandoli in tre diverse situazioni: voci di custodi con i quali i gorilla hanno avuto relazioni positive, voci di individui sconosciuti, voci di veterinari con i quali avevano avuto interazioni negative.
I suoni sono stati somministrati per ben tre volte ed è stato osservato come i gorilla si comportavano e rispondevano allo stimolo. L’obiettivo era capire se fossero in grado di distinguere le diverse tipologie di voci appartenenti ai soggetti umani con cui avevano interagito per molti anni (alcuni sin dalla nascita, altri da 5-6 anni). La prima risposta osservata in tutti i gorilla è stata il movimento della testa in direzione del suono, successivamente è stato notato che in nessun caso i gorilla tendevano ad avvicinarsi al suono, ma l’attenzione verso il suono e le vocalizzazioni di angoscia erano sempre presenti.
I risultati ottenuti da questi sperimentatori sono abbastanza chiari: i gorilla tendevano a rispondere maggiormente quando si trattava di voci sconosciute o con cui avevano avuto un’interazione negativa, mantenendo lo sguardo più a lungo e mostrando maggiore angoscia, rispetto alle voci familiari positive.
Questo esperimento dimostra che anche gli animali non addomesticati, come i gorilla, sono in grado di discriminare le voci umane per poter ridurre l’incertezza dell’ambiente in cui vivono.
Purtroppo, dobbiamo rammentare che gli esseri umani sono tra i maggiori predatori di molte specie e la capacità degli animali selvatici di discriminare le voci minacciose da quelle non minacciose diventa un vero e proprio istinto di sopravvivenza. Questi studi non sono importanti soltanto per capire come sopravvivono i nostri animali ma diventano ancora più utili perché consentono a veterinari, caregiver, o anche semplicemente turisti, di modellare il loro comportamento e ridurre i livelli di stress dell’animale mentre ci si prende cura di lui o più banalmente lo si osserva.
Bibliografia
Adachi, I., Kuwahata, H., & Fujita, K. (2007). Dogs recall their owner's face upon hearing the owner's voice. Animal cognition, 10(1), 17-21.
Ratcliffe, V. F., McComb, K., & Reby, D. (2014). Cross-modal discrimination of human gender by domestic dogs. Animal behaviour, 91, 127-135.
Salmi, R., Jones, C. E., & Carrigan, J. (2021). Who is there? Captive western gorillas distinguish human voices based on familiarity and nature of previous interactions. Animal cognition, 25(1), 217-228.
