Ari Aster, visionario regista statunitense, torna dopo Hereditary - Le radici del male, con un’altra inquietante, quanto magnifica, storia sotto il sole della Svezia. Midsommar - Il villaggio dei dannati è un film con un’estetica impeccabile e inconfondibile, caratterizzata da colori splendenti e vivaci in netto contrasto con le atmosfere cupe tipiche dei film horror. Una pellicola che esplora i temi di empatia e dolore condiviso grazie ad un mix di angoscia e sangue.
Il film vede come protagonista Dani, una giovane ragazza interpretata dall’attrice inglese Florence Pugh. Afflitta dalla perdita della famiglia uccisa dalla sorella bipolare, decide di partire con il fidanzato – poco presente – Christian e dei suoi amici alla volta della Svezia, per vivere il folcloristico festival estivo di una piccola comunità svedese Hårga. Ma presto capiranno il macabro risvolto che si cela dietro queste antiche tradizioni.
Ciò che si nasconde, ma che in realtà è visibile fin dall'inizio, agli occhi dello spettatore, è l’idea più grande racchiusada Ari Aster in questo film, ovvero l’importanza della condivisione delle emozioni. Alla base di tutte le relazioni – amorose, amichevoli, familiari – dovrebbero essere presenti sentimenti di empatia e comprensione reciproca (Keysers & Gazzola, 2014). Senza questi elementi sarà difficile costruire un rapporto stabile, complesso e duraturo. In quanto esseri umani siamo esseri sociali e come tali abbiamo la tendenza a voler condividere le emozioni, sia positive che negative: non amiamo sentirci isolati sia nel nostro dolore sia nella nostra gioia (Keysers & Gazzola, 2014). Per questo motivo siamo sempre votati alla ricerca di un qualcuno con il quale condividere il nostro sentire. Per sentirci meno soli.
In Midsommar - Il villaggio dei dannati, Dani, fin dall’inizio del film, ha perso una propria dimensione di appartenenza, viene evitata e rifiutata perfino dal suo fidanzato, ma alla fine trova finalmente un senso di comunità inquella che si rivela essere una società che la venera e la ama. Emblematica è la scena di condivisione del dolore del tradimento: dopo aver visto Christian con Maja, una ragazza della comunità, Dani scoppia in lacrime ed è qui che accade un evento di profonda unità: le Hårgans che sono con lei la stringono in un abbraccio e iniziano a piangere insieme, creando una fusione che la protagonista non aveva mai provato con nessun’altra persona. La ragazza ha finalmente trovato una famiglia allargata con la quale può condividere ciò che vive.
Ma l'empatia è difficile da applicare. Affinché una persona sia empatica è necessario che si applichino delle condizioni di base, come la conoscenza dello stato interiore di chi si ha di fronte, inclusi i suoi pensieri e le sue emozioni, lo sperimentare una certa dose di risonanza emotiva e una capacità di sapersi proiettare nell’altro (Davis, 1980). Ed è in questi termini che i concetti di empatia e condivisione emozionale si pongono alla base del mondo moderno. È questo il sottotesto che traspare dalla pellicola statunitense: l’importanza della partecipazione. E non importa se le emozioni da condividere siano belle o brutte, diviene fondamentale trovare una dimensione nella quale trovare un senso di comunità e di appartenenza.
Bibliografia
Keysers, C. & Gazzola, V. (2014). Dissociating the Ability and Propensity for Empathy. Trends in Cognitive Sciences, 18, 163-166.
Davis, M. (1980). A Multidimensional Approach to Individual Differences in Empathy. JSAS Catalog of Selected Documents in Psychology, 10, 2-19.
Videofilmografia
Hereditary - Le radici del male, 2018, A. Aster, USA.
Midsommar - Il villaggio dei dannati, 2019, A. Aster, USA.