Cybercondria: il circolo vizioso della ricerca diagnostica online

Cybercondria: il circolo vizioso della ricerca diagnostica online

Quanti di noi, dopo un mal di testa particolarmente brutto, hanno cercato informazioni online, per poi trovarsi a navigare nelle acque delle peggiori malattie neurodegenerative e degli immancabili tumori cerebrali? E quando al crescere della preoccupazione cresce anche il desiderio di ricercare sempre più informazioni, il vortice in cui siamo precipitati fatica a chiudersi.

La crescita esponenziale di internet ha rivoluzionato le nostre vite, rendendo informazioni e conoscenze più accessibili che mai – comprese quelle a carattere medico. Il lato positivo? Educare le persone sulla natura, prevenzione e trattamento di specifiche condizioni di salute. Quello negativo? Il “dottor Google”, sempre più frequentemente utilizzato per fare auto-diagnosi e cercare rassicurazioni sul proprio stato di salute (White & Horvitz, 2009).
Quanti di noi, dopo un mal di testa particolarmente brutto, hanno cercato informazioni online, per poi trovarsi a navigare nelle acque delle peggiori malattie neurodegenerative e degli immancabili tumori cerebrali? E quando al crescere della preoccupazione cresce anche il desiderio di ricercare sempre più informazioni, il vortice in cui siamo precipitati fatica a chiudersi.

Questo fenomeno viene definito cybercondria, neologismo nato dalla fusione dei termini cyber – che allude all’interazione uomo-computer – e ipocondria. Descrive un modello comportamentale caratterizzato dalla tendenza persistente a ricercare online informazioni mediche, in associazione ad un progressivo incremento di ansia relativa al proprio stato di salute (Starcevic, 2017). Il disturbo d’ansia di malattia, comunemente noto come ipocondria, è una condizione di disagio caratterizzata da una preoccupazione eccessiva riguardo alla propria salute e dal timore o convinzione di avere una grave malattia non ancora diagnosticata. Tale timore può insorgere a causa di un’interpretazione erronea dei sintomi fisici, di cambiamenti del corpo e di sensazioni fisiche che possono derivare da perturbazioni corporee, disturbi minori, attivazione neurovegetativa procurata dall’ansia o da altre emozioni che si innescano normalmente nella vita di tutti noi (American Psychiatric Association, 2013).

McMullan, Berle, Arnáez, e Starcevic (2019) hanno pubblicato una metanalisi (cioè uno studio che attraverso tecniche statistiche permette di combinare i dati di più ricerche riguardanti uno stesso argomento, per generare un unico dato conclusivo) che indagava la relazione tra l’ansia per la salute, la ricerca di informazioni online e la cybercondria. Dai risultati è emersa un’associazione positiva tra ansia e ricerca di informazioni sanitarie online, ma soprattutto tra ansia per la salute e cybercondria. Quest’ultima relazione appare particolarmente forte, suggerendo che, sebbene la maggior parte delle persone ricerchi informazioni sulla salute online e che questo non le rassicuri, le persone con ansia di malattia sono quelle più a rischio di sperimentare esiti controproducenti. Pertanto, la strategia messa in atto per cercare rassicurazioni sulla propria salute effettuando ricerche ripetute online, contribuirebbe – al contrario – a mantenere ed incrementare l’ansia di malattia.

Come recita il detto “chi cerca trova”, se dopo una settimana di particolare spossatezza nasce in noi il timore di avere la sclerosi multipla, cercando “sintomi sclerosi” online il primo risultato sarebbe proprio la debolezza muscolare. Questo potrebbe portarci anche – in occasione di un’eventuale visita con il curante – a tralasciare quei sintomi che non rientrano nella nostra ipotesi diagnostica, con possibili conseguenze negative sul nostro stato di salute. Di conseguenza, pur riconoscendo l’immenso potenziale che il libero accesso alle informazioni ha nella vita di ognuno di noi, è bene tenere a mente i rischi che corriamo e agire con consapevolezza, chiedendo aiuto ad un professionista se necessario.

 


Bibliografia

American Psychiatric Association (2013). Diagnostic and Statistical Manual of Mental Disorders: DSM-5, 5th ed. Arlington, VA: American Psychiatric Association.

McMullan, R. D., Berle, D., Arnáez, S., & Starcevic, V. (2019). The relationships between health anxiety, online health information seeking, and cyberchondria: Systematic review and meta-analysis. Journal of affective disorders, 245, 270–278.

Starcevic V. (2017). Cyberchondria: Challenges of Problematic Online Searches for Health-Related Information. Psychotherapy and psychosomatics, 86(3), 129–133.

White, R. W., & Horvitz, E. (2009). Cyberchondria: studies of the escalation of medical concerns in Web search. ACM Transactions on Information Systems, 27, 1-37.

Sara Santuari Sara Santuari

Psicologa e psicoterapeuta in formazione. Attraverso il suo lavoro di divulgazione vorrebbe aumentare la consapevolezza sui temi della salute mentale e contrastare lo stigma che li riguarda, una parola alla volta.

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Anastasia Montesano Anastasia Montesano

Ha 22 anni e viene da un piccolo paese della Basilicata. Tra i suoi interessi, come la musica e la fotografia, la sua dedizione più grande è il disegno. Dall'impegno che investe può trarne molta soddisfazione, ma più di tutto costituisce un piacere riuscire a mettere su carta una parte di lei.

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