Si inizia a disegnare quando si è piccoli e avviene in modo spontaneo. Con il tempo, l’esercizio e la scuola si migliora sempre più e si sviluppa un certo gusto critico. Sebbene sia un’attività ricreativa che coinvolga imprescindibilmente la vista, è probabile però che il fattore chiave per disegnare bene non sia tanto avere un buon occhio.
A prima vista, infatti, si potrebbe dire che per disegnare servirebbero solo gli occhi e le mani, quindi capacità visive e motorie, A un’analisi più approfondita, tuttavia, ci si rende conto che essa è un’abilità cognitiva che necessita di tre fasi:
- Codifica dell’oggetto da disegnare, parallelamente a un rapido processo decisionale di come rappresentare il modello;
- Memorizzazione, ossia la creazione di una temporanea traccia mnemonica dell’oggetto;
- Esecuzione motoria del disegno, che coinvolge anche il monitoraggio della qualità della rappresentazione grafica.
Ciascuna fase richiede l’attivazione di determinate aree cerebrali che Miall, Gowen e Tchalenko (2009) hanno analizzato.
Miall e colleghi (2009) hanno scannerizzato tramite risonanza magnetica funzionale (fMRI) l’attività cerebrale di 15 soggetti in tre prove di disegno:
- La prima prova richiedeva di ritrarre un disegno animato nel modo migliore possibile;
- La seconda prova consisteva nell’osservare il disegno, e poi, dopo una breve pausa, ritrarlo con il modello ancora disponibile;
- L’ultima prova chiedeva di osservare per un tempo il modello e, dopo una pausa, ritrarlo a memoria nel modo più accurato possibile, quindi senza avere il modello disponibile.
La particolarità dell’ultima prova riguarda la possibilità di valutare come la memoria visiva influisca sulla capacità di disegno. Dall’analisi funzionale è emerso come per la fase di codifica vengano elicitate le aree occipitali e parietali, per la fase di esecuzione grafica le aree motorie, le aree parietali, le aree frontali e la corteccia cingolata anteriore (deputata al monitoraggio). Per la fase di memorizzazione ‒il breve intervallo in cui i partecipanti dovevano attendere prima di poter disegnare il modello‒ gli autori non sono riusciti a identificare alcuna area specifica: questa è la parte più interessante della ricerca.
In dettaglio, la differenza di attività cerebrale si riflette nei vari compiti che i soggetti devono completare: quando essi devono disegnare a mente, senza il modello davanti, si denota un coinvolgimento delle aree parietali e delle aree premotorie. Rispettivamente, queste aree si occupano di come l’oggetto osservato può essere elaborato e della preparazione all’azione (Goodale & Milner 1992), per cui il cervello, nel momento in cui osserva il modello da disegnare, già sta creando un piano d’azione per realizzarlo. Questo permette alla persona di disegnare senza avere il modello davanti. Ed ecco perché non è possibile identificare delle aree discrete per la fase di memorizzazione: già nella fase di analisi del modello l’attività cerebrale ha decodificato l’informazione visiva in azione ed è pronta a eseguirla. Precedentemente a questo studio, Miall pubblica un altro articolo in cui analizza la fase di codifica del modello in un pittore esperto e in 4 apprendisti (Miall & Tchalenko 2001). I movimenti oculari del pittore esperto si differenziano da quelli degli apprendisti in numero e durata: l’occhio esperto fa meno movimenti e brevi, esamina un solo dettaglio per movimento e la mano esegue quanto l’occhio ha appena osservato. Questo avvalora ancor di più quanto detto, cioè che l’analisi visiva viene istantaneamente tradotta in attività motoria.
Per cui, è possibile affermare come effettivamente la capacità di disegnare non si basi tanto su cosa vede l’artista, quanto su come lo immagina. La memoria è il vero artista!
Bibliografia
Goodale, M. A., & Milner, A. D. (1992). Separate visual pathways for perception and action. Trends in neurosciences, 15(1), 20-25.
Miall, R. C., & Tchalenko, J. (2001). A painter's eye movements: A study of eye and hand movement during portrait drawing. Leonardo, 34(1), 35-40.
Miall, R. C., Gowen, E., & Tchalenko, J. (2009). Drawing cartoon faces–a functional imaging study of the cognitive neuroscience of drawing. Cortex, 45(3), 394-406.