Perché è così difficile smettere di fumare? Quanti fumatori ci provano, ma poi ricadono nella trappola del tabagismo? Nonostante la consapevolezza di quanto il fumo sia nocivo, molti non riescono a buttare definitivamente la sigaretta.
I fumatori quando accendono la sigaretta mettono in pratica un comportamento iper-appreso, ovvero un’azione che in seguito a diverse esposizioni alla nicotina si automatizza e viene eseguita inconsapevolmente. L’automaticità di questo comportamento predice la possibilità di ricaduta dei fumatori, per questo è importante capire cosa possa elicitarlo. Secondo il modello stimolo-risposta (Watson, 1919), l’esposizione a determinati stimoli suscita l’attivazione di specifici comportamenti ad essi associati; dunque, la vista di oggetti o azioni legati al fumo dovrebbe automaticamente innescare la catena di azioni che porta la persona a fumare. A tal proposito è stato individuato un insieme di aree cerebrali che si attivano all’unisono, l’Action Observation Network (AON), quando si osservano, pianificano e imitano azioni, formato dal solco intra-parietale anteriore (aIPS) e dal giro frontale inferiore laterale (IFG).
Per approfondire il coinvolgimento di questo network nei comportamenti dei fumatori, i ricercatori Wagner, Dal Cin, Sargent, Kelley, e Heatherton (2011) hanno voluto indagare la differenza di attivazione delle aree cerebrali in gruppi di fumatori e non fumatori alla vista di alcune scene cinematografiche con fumo (fumo-si) e altre senza (fumo-no).
Attraverso la fMRI (tecnica di neuroimaging che misura l’attività delle aree cerebrali) gli autori hanno riscontrato che le aree del cervello attive in presenza di scene fumo-si sono quelle dell’AON: IFG, coinvolto nella pianificazione di attività manuali e aIPS, coinvolto nella coordinazione di azioni con la mano controlaterale.
Inoltre, le aree cerebrali preposte al controllo cognitivo e agli aspetti motivazionali dei comportamenti di ricerca di sostanze d’abuso, come la Corteccia Cingolata Anteriore dorsale (dACC), la Corteccia Orbito-frontale (OFC) e la Corteccia Pre-frontale Dorso-Laterale (DLPFC), in presenza di scene fumo-si, hanno registrato una maggiore attività. La dACC rappresenta l’area cerebrale legata all’esperienza soggettiva di craving (desiderio improvviso e incontrollabile di assumere una sostanza psicoattiva).
Una volta identificate le aree che rispondono alle scene fumo-si, sono stati confrontati i loro livelli di attività tra non-fumatori e fumatori, rilevando maggiore attività in questi ultimi. Mediante un questionario rivolto ai soli fumatori, inoltre, si è visto che all’aumentare del desiderio di fumare corrisponde un aumento dell’attività cerebrale. È importante sottolineare che entrambi i gruppi di partecipanti erano all’oscuro della vera ipotesi di ricerca (sapevano che lo studio indagava i correlati neurali durante la visione di un film), dunque non erano consapevoli o preparati a dover osservare stimoli legati al fumo. Nonostante ciò, le aree legate al craving sono risultate maggiormente attive, quindi è possibile ipotizzare che la semplice visione incidentale di stimoli rilevanti per il fumatore attivi inconsapevolmente il desiderio di accendere la sigaretta.
Concludendo, i tentativi che i fumatori mettono in pratica per smettere di fumare potrebbero essere ostacolati dall’attivazione dell’AON e dalla disfunzione dei sistemi inibitori (ACC). Infatti, in presenza di stimoli legati al fumo, l’AON evoca automaticamente il programma di azioni che induce a fumare, mentre i sistemi inibitori – che dovrebbero bloccare tali programmi - vengono temporaneamente messi fuori gioco dal fenomeno del craving.
Con questo articolo, non si vuole né giustificare il consumo di tabacco né condannare chi non riesce, anzi, il mio appello è rivolto alle persone che lottano ogni giorno col desiderio di smettere e a chi sta accanto ai fumatori. Giudicare l’altro o vittimizzarsi non sono elementi di aiuto, conoscere come funzionano i meccanismi complessi adottando strategie mirate o farsi supportare da professionisti, invece, sono strumenti auspicabili.
BIBLIOGRAFIA
Wagner, D. D., Dal Cin, S., Sargent, J. D., Kelley, W. M., & Heatherton, T. F. (2011). Spontaneous action representation in smokers when watching movie characters smoke. Journal of Neuroscience, 31(3), 894-898.
Watson, J. B. (1919). Psychology: From the standpoint of a behaviorist. JB Lippincott.