Come le aspettative influenzano la nostra percezione edonica nell'arte astratta?

Come le aspettative influenzano la nostra percezione edonica nell'arte astratta?

Nulla è più soggettivo dei gusti personali. In particolare, si è scoperto che nulla è più soggettivo dei gusti personali in relazione alle aspettative e al contesto. 
Ad esempio, Plassmann, O'doherty, Shiv e Rangel (2008) hanno dimostrato che la preferenza per i vini aumenta all’aumentare del prezzo, anche se inventato. È come se il consumatore si fidasse del valore di mercato attribuito al prodotto, creando un’associazione cognitiva fra la quantità di denaro richiesta e la qualità del vino offerto, e fin qui nulla di nuovo. Tutti noi ci fidiamo dei valori di mercato, grossomodo. 
Se, invece, passiamo dal mercato vinicolo al mondo dell’arte contemporanea, che succede? 

Uno studio ha provato a colmare questa curiosità (Kirk, Skov, Hulme, Christensen & Zeki, 2009). I ricercatori si sono chiesti in che misura l’esplicita contestualizzazione di un opera d’arte astratta può influenzare l’attivazione neurale e conseguente percezione edonica? A questo scopo, gli autori hanno chiesto ai partecipanti dello studio di valutare esteticamente 200 quadri astratti esistenti, dividendoli però in due categorie. Una parte è stata presentata come esposta al Louisiana Museum of Modern Art, museo danese conosciuto da tutti i partecipanti. L’altra parte invece come risultato di una computer grafica. Inoltre, durante l’esperimento è stata registrata l’attività cerebrale dei soggetti tramite risonanza magnetica funzionale (fMRI). Uno strumento di neuroimaging che permette la rilevazione delle aree cerebrali attive durante lo svolgimento di un compito.

Come da ipotesi, i soggetti hanno valutato i quadri astratti museali come più belli. Ma cosa si è osservato nell’attivazione cerebrale? I dati fMRI hanno mostrato come l'attività nella corteccia orbitofrontale mediale (mOFC) era maggiore mentre si valutavano le opere contestualizzate nel museo rispetto ai lavori grafici, dimostrando una sensibilità al contesto della mOFC.

I risultati, inoltre, sono coerenti con la letteratura precedente, che inquadra quest’area come il correlato cerebrale target per le attribuzioni di valori edonici in modalità sensoriali e cognitive. Cosa significa? Che nel gusto è attiva mentre si mangia il cioccolato (Small, Zatorre, Dagher, Evans & Jones-Gotman, 2001), nell’olfatto quando si esperisce un odore piacevole (Gottfried, Deichmann, Winston & Dolan, 2002) e nella vista durante l’osservazione di opere d’arte (Kawabata & Zeki, 2004). La ritroviamo attiva anche in risposta a ricompense astratte come il denaro (Elliott, Newman, Longe & Deakin, 2003) e durante la valutazione di vini (Plassmann et al., 2008). La mOFC, infatti, è implicata in vari network cerebrali fondamentali come il circuito della ricompensa, attivo quando ad esempio, otteniamo un rinforzo piacevole, della regolazione delle emozioni e della presa di decisioni. 

Questi risultati scientifici non fanno che opporsi al castello di carte costruito dai teorici dell’algoritmo di bellezza. L’essere umano si declina ancora una volta in una complessità ambivalente e contestuale che lo rende sempre più dialettico. A volte basterebbe distaccarsi dalla propria prospettiva per godere di quanto sia interessante l’interazione tra soggettività ed influenza sociale, come quella volta che TJ Khayatan lasciò per protesta i propri occhiali sul pavimento del Moma Museum di San Francisco, per vedere il comportamento di risposta dei turisti. L’artista anonimo ottenne vari consensi dal pubblico, che iniziò a fotografare l’opera cercandone il significato nascosto. 

 


Bibliografia

Elliott, R., Newman, J. L., Longe, O. A., & Deakin, J. W. (2003). Differential response patterns in the striatum and orbitofrontal cortex to financial reward in humans: a parametric functional magnetic resonance imaging study. Journal of Neuroscience, 23(1), 303-307.

Gottfried, J. A., Deichmann, R., Winston, J. S., & Dolan, R. J. (2002). Functional heterogeneity in human olfactory cortex: an event-related functional magnetic resonance imaging study. Journal of Neuroscience, 22(24), 10819-10828.

Kawabata, H., & Zeki, S. (2004). Neural correlates of beauty. Journal of neurophysiology, 91(4), 1699-1705.

Kirk, U., Skov, M., Hulme, O., Christensen, M. S., & Zeki, S. (2009). Modulation of aesthetic value by semantic context: An fMRI study. Neuroimage, 44(3), 1125-1132.

Plassmann, H., O'doherty, J., Shiv, B., & Rangel, A. (2008). Marketing actions can modulate neural representations of experienced pleasantness. Proceedings of the national academy of sciences, 105(3), 1050-1054.

Small, D. M., Zatorre, R. J., Dagher, A., Evans, A. C., & Jones-Gotman, M. (2001). Changes in brain activity related to eating chocolate: from pleasure to aversion. Brain, 124(9), 1720-1733.

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