Dormire bene può migliorare la qualità della vita nei bambini?

Dormire bene può migliorare la qualità della vita nei bambini?

I problemi del sonno sono comuni nel corso della vita e possono variare con l'età. Ad esempio, le difficoltà a dormire tutta la notte sono comuni nei neonati e nei bambini piccoli, mentre i bambini in età scolare e i preadolescenti mostrano una maggiore incidenza di parasonnie, come sonnambulismo, incubi, bruxismo ed enuresi. Adolescenti e adulti sviluppano problemi più gravi come l'insonnia e la sonnolenza diurna (Stein, Mendelsohn, Obermeyer, Amromin & Benca, 2001). 

Mentre negli adulti si è riscontrato che le difficoltà croniche del sonno sono associate ad una significativa compromissione funzionale e a malattie psichiatriche, si sa molto meno sul significato clinico delle anomalie del sonno nei bambini in età scolare. Come notato da Horne (1992) spesso i problemi del sonno nei bambini riflettono lo stato d’animo dei genitori, che, anche inconsapevolmente, possono trasmettere loro alcune ansie che i bambini non riescono a gestire. Quindi sembra che i problemi del sonno possano essere indotti o influenzati dall'ambiente, specialmente da ambienti angusti e caotici e genitorialità incoerenti. In altri casi, i problemi di sonno possono essere il risultato di gravi problemi medici come l'epilessia o l'apnea notturna ed essere correlati con i problemi comportamentali dell'infanzia, tra i quali l’ADHD (American Psychiatric Association, 2013).

Proprio per questo gli obiettivi dello studio condotto da Stein, Mendelsohn, Obermeyer, Amromin e Benca (2001) erano di esaminare la prevalenza dei problemi del sonno in bambini e preadolescenti americani (età 4-12 anni) e di determinare se questi fossero associati a sintomatologia medica o psichiatrica, attraverso una serie di interviste strutturate ai genitori. 
Dai risultati emerge che quasi l’11% dei genitori intervistati ritiene che il proprio figlio abbia un problema del sonno, tra cui russamento e stanchezza durante il giorno, ma solo una minima parte di questi ne ha effettivamente parlato con il pediatra. Come suggerito da Owens, Spirito, McGuinn, e Nobile (2000), sia i fattori sociologici (programmazione eccessiva delle attività dei bambini, uso della televisione, asilo nido, stress familiare) sia i fattori predisponenti medici (asma, infezioni delle vie respiratorie superiori, otite media) possono contribuire ad aumentare il tasso di privazione del sonno, russamento e altri problemi del sonno nei bambini delle scuole americane; in aggiunta a ciò anche le pratiche del sonno come la condivisione della stanza o del letto comune negli USA possono ulteriormente contribuire a queste difficoltà. Nonostante sia necessaria un’ulteriore valutazione per il bambino che impiega troppo tempo per addormentarsi, perché questo può essere il risultato di una serie di fattori, tra cui eventi ambientali, psicologici, come ansia o comportamento oppositivo, o correlato a disturbi e trattamenti medici acuti o cronici. 

I risultati dello studio sollevano la possibilità che la crescente prevalenza di depressione, ADHD e altri disturbi psichiatrici nei bambini e negli adolescenti possa essere almeno in parte attribuibile a problemi di sonno nei primi anni di vita. 

Questo studio evidenzia quindi diversi importanti motivi per cui i pediatri e i genitori dovrebbero interrogarsi sul sonno nei bambini e preadolescenti. Questi includono la frequente prevalenza di difficoltà del sonno in questa fascia di età, la possibilità di identificare problemi curabili, come l'apnea o l'enuresi, e la forte correlazione con altri problemi psicologici, quali problemi comportamentali, emotivi (paure, depressione) e psichiatrici, e medici, quali asma e altri che si verificano in concomitanza con i problemi del sonno. Il fatto che così pochi genitori, che hanno riportato problemi di sonno nei propri figli, abbiano discusso del sonno con il proprio pediatra suggerisce che l'intervista a genitori e bambini sul sonno debba essere indagata maggiormente durante le visite pediatriche di routine. Inoltre, discutere sul sonno offre l'opportunità di saperne di più sul bambino e sulla famiglia, per valutare l'interazione ambientale e familiare e per educare i genitori su una buona igiene del sonno con la speranza di prevenire problemi più gravi o cronici legati al sonno.

 


Bibliografia

American Psychiatric Association. (2013). Diagnostic and statistical manual of mental disorders (5th ed).

Horne, J. (1992). Sleep and its disorders in children. Journal of Child Psychology Psychiatry, 33, 473–487.

Owens, J., Spirito, A., McGuinn, M. & Nobile, C. (2000). Sleep habits and sleep disturbance in elementary school-aged children. Journal of Developmental and Behavioral Pediatrics, 21, 27–36. 

Stein, M. A., Mendelsohn, J., Obermeyer, W.  H, Amromin, J. & Benca, R. (2001). Sleep and Behavior Problems in School-Aged Children. Pediatrics, 107(4), 1-9.

Giulia Chiappori Giulia Chiappori

Psicologa Clinica, iscritta all'Albo Psicologi della Regione Liguria. Psicoterapeuta in formazione. Lavora come insegnante e tutor.

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Sara Canesi Sara Canesi

Psicologa dello Sviluppo e dell'Apprendimento. Iscrizione Albo Psicologi Regione Liguria.

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Fatou Niang Fatou Niang

Fatou è un'illustratrice e designer appassionata d'arte. Lei ama realizzare grafiche e disegni sia con le tecniche tradizionali che con gli strumenti digitali

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