Ad oggi, sono sempre più frequenti le notizie di giovani e adolescenti che commettono omicidi. Questo ha destato non poche domande tra molteplici ricercatori che hanno indagato se, a comportamenti criminali violenti, si associassero cambiamenti nella quantità di materia grigia nelle aree cerebrali deputate al controllo cognitivo ed emotivo. Un aspetto è stato però lasciato inesplorato: cosa si cela dietro e dentro la mente di giovani assassini? Il cervello di un omicida è uguale al cervello di un criminale non omicida?
Immaginiamo di poterci muovere tra le aree del nostro cervello come fossero stanze tutte tra loro collegate da passaggi talvolta non visibili ma obbligati. Cosa accadrebbe se venisse portato via un qualche elemento chiave al medesimo tempo potenzialmente dannoso ma fondamentale per l’apertura di una di queste stanze e di quelle ad essa collegate?