Psicologa clinica, iscritta all' Albo Psicologi della Regione Sicilia. Specializzata in Psicologia Scolastica. Lavora come insegnante e tutor DSA e BES.
Sono Veronica, psicologa iscritta all'Ordine degli Psicologi della Sicilia. Ho conseguito la laurea magistrale in Psicologia clinica e riabilitativa, presso l'Università degli studi di Catania. Lavoro nell'ambito della psicologia scolastica attraverso progetti di promozione del benessere rivolti a studenti, docenti e genitori presso contesti educativi. Mi occupo di supporto scolastico per bambini e ragazzi con difficoltà di apprendimento e di attività abilitative/riabilitative in soggetti con Disturbi Evolutivi Specifici. Ho prestato servizio presso l'ASP di Siracusa come Psicologo dell'Emergenza (COVID-19). Sono in formazione per diventare insegnante di sostegno.
Vi è mai capitato di sviluppare un legame affettivo nei confronti di un luogo? Esperienze e ricordi possono farci sentire connessi a un determinato ambiente, a cui sentiamo di appartenere e verso cui, possiamo dire, di provare quasi dei sentimenti. Ma si può definire questo un vero e proprio attaccamento? E soprattutto, quali sono gli elementi che influenzano tale tipo di legame?
“Mamma diceva sempre che dalle scarpe di una persona si capiscono tante cose: dove va, cosa fa, dove è stata” (Forrest Gump, 1994).
È innegabile affermare che ognuno di noi, in un primo approccio, giudica e valuta gli altri dall’apparenza: l’aspetto fisico, l’abbigliamento, la postura, il modo di gesticolare e altri aspetti legati all’esteriorità sono il bigliettino da visita che influenzano le nostre opinioni su chi abbiamo di fronte. E se fossero proprio le scarpe a determinare la prima impressione sugli altri?
Nel mondo sportivo, quello dell’arbitro è un compito delicato e di grande responsabilità: controllare che il gioco si svolga in maniera regolare, rende necessaria una condotta che, al di là di capacità tecniche e professionali indispensabili, sappia anche tollerare la pressione di giocatori e tifosi che frequentemente mettono in discussione le decisioni del professionista. Ma quanto il suo giudizio rimane nella sfera dell’imparzialità e obiettività?
Cosa hanno in comune l’uomo e il topolino della “Skinner Box”? Per rispondere a questa domanda, è bene chiarire di cosa stiamo parlando e quali sono i presupposti teorici.
La “Skinner Box” è uno degli strumenti sperimentali più famosi del Novecento. Ideata da Skinner B.F. negli anni Trenta, essa consiste in una gabbia in cui una cavia, che ha la possibilità di muoversi liberamente all’interno di essa, viene condizionata, ossia influenzata, a toccare più volte una leva per ottenere del cibo in associazione con tale gesto e a smettere di premerla se riceve una scossa elettrica. Padre del paradigma del “condizionamento operante”, Skinner sosteneva che un comportamento tende ad essere appreso e riproposto nel tempo, se le conseguenze alla nostra azione sono positive per il soggetto, mentre tende ad estinguersi se le conseguenze ad essa sono negative...
Cicerone scriveva: “L'amicizia migliora la felicità e abbatte l'infelicità, col raddoppiare della nostra gioia e col dividere il nostro dolore.”
Dai banchi di scuola all’età adulta, gli amici sono, da sempre, compagni indispensabili nella vita di ognuno di noi. Seppur con forme e significati differenti in relazione all’età e alle diverse esperienze, l’amicizia è per tutti uno spazio sicuro, capace di colorare momenti che, senza amici, non avrebbero lo stesso sapore…
Il binomio smartphone – social ha reso una pratica ordinaria lo scatto di foto che immortalano momenti quotidiani della vita di ognuno di noi e la conseguente pubblicazione sui social. Nel mondo della fotografia finalizzata alla condivisione sui social, un ruolo peculiare deve essere attribuito al “selfie”, autoscatto realizzato con la fotocamera puntata verso sé stessi che mira ad essere postato sui social network…
Tra i diversi ambiti in cui donne e uomini si contendono il primato, c’è sicuramente il mondo della guida, in cui entrambi i generi, rivendicano migliori capacità e abilità nel comportamento al volante. Da una parte abbiamo il genere femminile, che considerato dagli uomini un pericolo costante, decanta maggiore affidabilità e sicurezza; dall’altra parte gli uomini, considerati dal gentil sesso irresponsabili e sprezzanti del pericolo, dichiarano, invece, di possedere maggiore capacità pratica e prontezza di riflessi. Ma tutto ciò, è frutto di luoghi comuni o corrisponde a verità? Chi vincerà la sfida al volante?
Chi non è, almeno una volta nella vita, caduto nella trappola delle fake news?
Rimanere incastrato nell’ingarbugliata rete di notizie ingannevoli e distorte sembra essere, ormai, molto semplice: dai titoli “acchiappa click”, la cui principale funzione è quella di incrementare il numero di visualizzazioni attirando i lettori, a contenuti parzialmente o del tutto inventati, finalizzati alla diffusione di notizie senza fondamento che vengono strumentalizzate per influenzare l’opinione pubblica. Il mondo del web si è ormai trasformato in un campo minato di notizie false, vere e proprie esplosioni di disinformazione, che diventando virali, mistificano la realtà e alimentano false credenze…
“Il vino mi spinge, il vino folle, che fa cantare anche l’uomo più saggio e lo fa ridere mollemente e lo costringe a danzare e a tirar fuori parola, che sta meglio non detta” . Dai versi di Omero, possiamo cogliere quanto, le bevande alcoliche, parte integrante della nostra cultura, sono da millenni associate a momenti di giovialità e convivialità. Spensieratezza, euforia, leggerezza e divertimento sono stati d’animo che, nell’immaginario comune vengono attribuiti al bicchierino di troppo, che sarebbe diventato, tra giovani e non, l’ingranaggio che mette in moto la macchina dell’interazione sociale, l’elisir miracoloso che aiuta, anche i più schivi e timidi, a intrattenere conversazioni e ad apparire disinvolti e allegri…