Sarà capitato a tutti, di pensare ad un alimento e provare profondo disgusto, o magari di aver cenato fuori la sera prima e di mettere in relazione (per causa-effetto) la nausea con ciò che si è mangiato, pur non avendo alcuna prova effettiva. Perché accade questo?
Le ipotesi potrebbero essere due…
Non avreste mai pensato che i bambini potessero avere qualcosa in comune con i pappagalli, vero?
E invece sembrerebbe proprio che posti davanti ad uno specchio i piccoli esseri umani e i pappagalli si comportino in modo molto simile.
La capacità di discriminare gli stimoli e di riconoscere i suoni è un’abilità fondamentale non solo per gli esseri umani, ma per ogni essere vivente. Questa capacità, infatti, permette di poter individuare le informazioni ambientali e prevedere i pericoli che potrebbero minacciare la sopravvivenza…
Cos’è l’empatia? Le origini dell'interesse per questa capacità risalgono all’antica Grecia, ma soltanto da pochi anni è diventata fonte di studio della psicologia. Per empatia s’intende l’esperienza soggettiva di somiglianza naturale tra i sentimenti espressi da sé stessi e gli altri. Anche l’etologia ha deciso di indagare la capacità degli animali, in questo caso i cani, di sviluppare empatia tra loro e verso gli esseri umani…
La memoria rappresenta una delle funzioni cognitive più importanti per la nostra vita. Basti pensare che i ricordi che abbiamo e che continuiamo a formare nella nostra vita non solo raccontano di noi, ma sono in grado di aiutarci a sopravvivere all’ambiente esterno…
A chi non è mai capitato di perdere di vista un’amica per diversi anni, ma di riuscire a riconoscere il suo volto, in pochi millisecondi, anche in un contesto diverso da quello in cui eravamo abituati a vederla? Noi esseri umani siamo i più bravi nel riconoscimento dei volti familiari e ci bastano pochi minuti per ricordare perfettamente i tratti facciali di un individuo dapprima sconosciuto.
Ma vale lo stesso per gli animali? Possiedono le nostre stesse capacità?
Chi non vorrebbe trovare la pozione magica per poter vivere più a lungo e in salute? Purtroppo, almeno al momento risulta essere irreale, ma la scienza e gli psicologi hanno condotto alcuni studi che ci dimostrano che lo stile di vita dell’individuo, l’ambiente sociale in cui vive, il supporto e lo status sociale, influiscono notevolmente sulla longevità e sul benessere psichico e fisico…
Lo stress è, ormai, uno dei problemi psicologici più conosciuti e studiati in ambito scientifico.
Ognuno di noi, infatti, vive e sperimenta, anche giornalmente, situazioni che provocano l’aumento dei livelli di stress, anche se i fattori considerati stressanti e i livelli di stress cambiano da individuo a individuo.
Poiché per stress si intende la risposta psicofisica che l’organismo mette in atto quando sottoposto ad una quantità di compiti emotivi, cognitivi o sociali che vengono percepiti come eccessivi, i suoi livelli possono innalzarsi fino a diventare dannosi quando l’percepisce di non poter rispondere adeguatamente a compiti considerati troppo difficili...
Quando amiamo il/la nostro/nostra partner è spesso comune e istintivo provare gelosia.
Si tratta, infatti, di un’emozione derivante dal sentirsi messi da parte o abbandonati dal proprio partner a causa di una terza parte, e rappresenta un elemento importante per l’evolversi della vita di coppia. Ma se questa può essere considerata un qualcosa di naturale all’interno dei rapporti umani, purtroppo, spesso può sfuggire al controllo, diventare eccessiva e dare vita a fenomeni quali controllo, possessione e stalking: in questo caso non si parla più di gelosia sana ma di gelosia disfunzionale o malata.
Ma cosa accade nel nostro cervello nel momento in cui proviamo gelosia, magari vedendo la persona che amiamo in compagnia di un possibile rivale?
La consumazione di sostanze stupefacenti è un problema che interessa buona parte della popolazione, non risparmiando spesso nemmeno le donne incinte, le mamme e le neomamme.
In particolare il consumo di droghe da parte delle madri può comportare problematiche e conseguenze negative non solo per le dirette interessate, ma anche per i figli di cui si prendono cura…
Abbiamo sempre sentito dire che i cani sono i migliori amici dell’uomo, che sono in grado di comprenderci più di qualsiasi altro animale e che noi possiamo facilmente comunicare con loro. Non credete che i gatti possano sentirsi offesi? Sia i cani che i gatti sono presenti nella vita dell’essere umano da millenni. Ma se questo vale per entrambi, come possiamo dire che i cani sanno essere migliori amici degli uomini più di un gatto?
Molte volte mi sono chiesta se le persone fossero buone o volessero soltanto apparire come tali. Tendiamo, cioè, a mettere in atto dei comportamenti di aiuto verso gli altri soltanto per apportare beneficio a noi stessi, oppure no?
Per poter rispondere a questa domanda, diversi autori in passato hanno condotto studi sugli scimpanzé per poter testare il loro comportamento prosociale – ovvero qualsiasi comportamento messo in atto per il beneficio degli altri…