Tutti noi vogliamo trovare un posto nel mondo. Nelle sue opere, Vincent Van Gogh prova a rappresentare proprio questa costante ricerca di sé. Il pittore olandese è forse il massimo esponente dell’espressione di un mondo interno tortuoso; con le sue pennellate è riuscito a raffigurare il dolore ma soprattutto il senso di inadeguatezza rispetto a un mondo fin troppo preponderante. Un uomo che fin dalla nascita si è confrontato con la perdita dell’identità, sperimentando la sindrome del bambino sostitutivo. Vincent Van Gogh nasce, infatti, il 30 marzo 1853, esattamente nello stesso giorno dello stesso mese – ma un anno prima – di un altro Vincent Van Gogh: un bambino nato morto, che però segnerà l’infanzia e la vita dell’artista. La madre, infatti, lo portava in visita quasi quotidianamente alla tomba del fratello minore defunto, determinando il suo essere un bambino “sostitutivo”, visione di sé che ossessionerà l’artista per il resto della sua esistenza…
Cosa hanno in comune l’uomo e il topolino della “Skinner Box”? Per rispondere a questa domanda, è bene chiarire di cosa stiamo parlando e quali sono i presupposti teorici.
La “Skinner Box” è uno degli strumenti sperimentali più famosi del Novecento. Ideata da Skinner B.F. negli anni Trenta, essa consiste in una gabbia in cui una cavia, che ha la possibilità di muoversi liberamente all’interno di essa, viene condizionata, ossia influenzata, a toccare più volte una leva per ottenere del cibo in associazione con tale gesto e a smettere di premerla se riceve una scossa elettrica. Padre del paradigma del “condizionamento operante”, Skinner sosteneva che un comportamento tende ad essere appreso e riproposto nel tempo, se le conseguenze alla nostra azione sono positive per il soggetto, mentre tende ad estinguersi se le conseguenze ad essa sono negative...
Il binomio smartphone – social ha reso una pratica ordinaria lo scatto di foto che immortalano momenti quotidiani della vita di ognuno di noi e la conseguente pubblicazione sui social. Nel mondo della fotografia finalizzata alla condivisione sui social, un ruolo peculiare deve essere attribuito al “selfie”, autoscatto realizzato con la fotocamera puntata verso sé stessi che mira ad essere postato sui social network…
La paura di fallire e quella di mostrare agli altri il proprio fallimento sono fortemente presenti nell’essere umano, soprattutto in ambito accademico. Gli studenti non presentano differenze solo per quanto riguarda le loro conoscenze o abilità, ma anche dal punto di vista motivazionale. Alcuni, infatti, danno priorità alla difesa della propria autostima piuttosto che all’impegno accademico, per fa sì che il fallimento – ad esempio, la bocciatura – possa pesare in misura minore. Ma quali sono i comportamenti messi in atto per proteggere la propria reputazione accademica?
Quando pensiamo all’ostracismo o esclusione sociale, pensiamo subito ai sentimenti negativi che ne possono derivare. Ciò accade perché esso si verifica quando un individuo viene contemporaneamente ignorato ed escluso da uno o più membri del gruppo. Ma chi ostracizza prova anche questi sentimenti negativi caratteristici della persona ostracizzata?
Tutti almeno una volta nella loro vita hanno sentito parlare di Francesco Totti, il grande Capitano della Roma, calciatore che ha vestito per circa 20 anni la maglia N. 10 oro-rosso. Speravo de morì prima, serie tv targata Sky, ripercorrere la vita del Pupone, analizzando nel dettaglio la psicologia di questo grande giocatore, in particolar modo gli ultimi anni di Totti, toccando un aspetto delicato per la maggior parte delle persone: il ritiro pensionistico. Ma quali ripercussioni psicologiche ha il ritiro lavorativo per una persona?
Quante volte ci siamo trovati di fronte ad un bambino che mostrava delle evidenti difficoltà mentre leggeva e ci siamo chiesti come mai andasse cosi lento o perché commettesse così tanti errori? Oggi probabilmente saremmo portati a pensare che quel bambino potrebbe presentare un disturbo specifico dell'apprendimento e forse, più precisamente, un disturbo della lettura, definito dislessia. La dislessia è un disturbo del neurosviluppo, che comporta una compromissione nell’abilità di lettura, in termini di accuratezza, fluidità e comprensione...