Solo in Italia, quasi 30 milioni di persone tra uomini e donne sono sposate. Vi siete mai chiesti, però, quanto essere in una relazione coniugale possa cambiare la singola persona e, in particolare, il suo stato sia fisico che mentale? Formare una coppia con il proprio partner sembra, infatti, generare un cosiddetto “Ripple Effect”, ossia un effetto pervasivo e solitamente non intenzionale per cui una serie di eventi accade a causa di una singola iniziale azione – in questo caso, proprio diventare marito e moglie.
Secondo il rapporto OECD 2018 del programma PISA, gli studenti asiatici hanno prestazioni matematiche migliori rispetto agli studenti occidentali. A cosa è dovuta questa differenza? Si potrebbe pensare che la cultura di riferimento, la disciplina oppure i materiali utilizzati nelle classi siano i fattori che influirebbero maggiormente; in realtà il segreto risiede nel metodo...
“Nel mezzo del cammin di nostra vita…”
Scommetto che chi ha continuato a recitare (anche a mente) i versi successivi a quello da me riportato, abbia provato una commistione di soddisfazione e piacevolezza. Cito Dante Alighieri perché il 2021 è il suo anno; dunque, colgo l’occasione per omaggiare il grande poeta italiano, che a 700 anni dalla sua morte riesce ancora a far emozionare. Quale omaggio migliore, quindi, se non fornire ai lettori l’opportunità di conoscere la neuroestetica della poesia?
Perché è così difficile smettere di fumare? Quanti fumatori ci provano, ma poi ricadono nella trappola del tabagismo? Nonostante la consapevolezza di quanto il fumo sia nocivo, molti non riescono a buttare definitivamente la sigaretta. I fumatori quando accendono la sigaretta mettono in pratica un comportamento iper-appreso, ovvero un’azione che in seguito a diverse esposizioni alla nicotina si automatizza e viene eseguita inconsapevolmente. L’automaticità di questo comportamento predice la possibilità di ricaduta dei fumatori, per questo è importante capire cosa possa elicitarlo…
Quanti di voi, navigando sul web o sui social, si sono imbattuti casualmente nella misteriosa parola neuromarketing chiedendosi quale fosse il potere di questo straordinario, quanto a volte spietato filone di ricerca?
Il neuromarketing rappresenta la fusione tra neuroscienze e marketing. La prima disciplina studia il funzionamento del cervello mentre la seconda indaga e crea strategie di promozione di prodotti e servizi che vengono cucite addosso alle esigenze del consumatore. Oggetto d’indagine del neuromarketing, dunque, è comprendere cosa accade nel cervello del consumatore sia quando è di fronte a spot pubblicitari sia durante il processo d’acquisto…
Ad oggi, sono sempre più frequenti le notizie di giovani e adolescenti che commettono omicidi. Questo ha destato non poche domande tra molteplici ricercatori che hanno indagato se, a comportamenti criminali violenti, si associassero cambiamenti nella quantità di materia grigia nelle aree cerebrali deputate al controllo cognitivo ed emotivo. Un aspetto è stato però lasciato inesplorato: cosa si cela dietro e dentro la mente di giovani assassini? Il cervello di un omicida è uguale al cervello di un criminale non omicida?
Vi siete mai chiesti che caratteristiche ha il cervello di un musicista e come si modifica durante l’allenamento musicale?
In Expert Brain, il neuroscienziato italiano Antonio Cerasa mette in luce le modificazioni cerebrali dei musicisti, soprattutto a livello della corteccia temporale (corteccia acustica), corpo calloso (fascio di fibre bianche che mette in comunicazione i due emisferi), corteccia motoria e cervelletto (coinvolto in processi quali la coordinazione motoria e il mantenimento del tono posturale e dell’equilibrio)…
Immaginiamo di poterci muovere tra le aree del nostro cervello come fossero stanze tutte tra loro collegate da passaggi talvolta non visibili ma obbligati. Cosa accadrebbe se venisse portato via un qualche elemento chiave al medesimo tempo potenzialmente dannoso ma fondamentale per l’apertura di una di queste stanze e di quelle ad essa collegate?
“Affronterò la vita […] con un piede nel passato e lo sguardo dritto e aperto nel futuro” recita una canzone di Pierangelo Bertoli. Il futuro e la dimensione della novità ci pongono in una posizione al medesimo tempo di incertezza e di possibilità, in cui l’unica guida che ci orienta sembra essere l’esperienza passata. Se questo è vero in senso generico, non ci sorprenderemo di scoprire quanto sia applicabile nel contesto dell’orientamento spaziale.
Come ti comporti quando ricevi un’ingiustizia? Generalmente, tendi a non fare nulla oppure a punire il torto subito? Le neuroscienze, ci dicono che la maggior parte delle persone, quando percepiscono una situazione di ingiustizia, puniscono chi ha agito in cattiva fede. Ma si tratta di una reazione istintuale o di un comportamento frutto di un’attenta decisione?
Le neuroscienze ci aiutano a comprendere meglio questo fenomeno, cercando di individuare quali aree cerebrali vengono coinvolte…
Vi siete mai chiesti cosa succede nel nostro cervello quando ci troviamo a Firenze di fronte alla “Primavera” di Botticelli oppure quando ci troviamo nella Cappella Sistina, in Vaticano, e alziamo lo sguardo per ammirare l’opera di Michelangelo? Sicuramente qualcuno potrà essere totalmente indifferente o addirittura darà un giudizio estetico negativo, mentre altri potrebbero provare una commistione di sensazioni positive come piacere, gioia e stupore. Tra l’altro, quando definiamo un dipinto essere bello o brutto, da cosa dipende? La Bellezza appartiene al dipinto oppure alla mente dell’osservatore?
Nella vita quotidiana, colleghiamo facilmente il concetto di dolore con quello di perdita: una perdita economica e la fine di una relazione sono ad esempio considerate plausibili cause di dolore. Più complessa da concepire è invece la possibilità che una parte del corpo mancante possa dare origine a un dolore fisico. Tale meccanismo è alla base della sindrome dell’arto fantasma. La sindrome dell’arto fantasma consiste nella persistenza di sensazioni, sia percettive che motorie, provenienti da un arto precedentemente amputato o deafferentato – ovvero privato delle sue afferenze con l’encefalo e pertanto diventato insensibile…